domenica 21 dicembre 2014

Oltre il sacro?

I due nudi integrali di Michelangelo Merisi da Caravaggio.

Michelangelo Buonarroti nell'affrescare la volta della Cappella Sistina aveva sublimato le proprie aspirazioni religiose ed i desideri sessuali nel rappresentare degli ignudi monumentali, tutti masse di muscoli nel senso sia neoplatonico che freudiano, il Caravaggio ci dà un'interpretazione del 'San Giovannino Battista' commissionato da Ciriaco Mattei nella sua reale e naturale realtà, come afferma il Longhi ""per immergerlo nella realtà naturale, occorre 'macinare la carne'; e interromperlo con i traversoni macchiati dell'ombra"".
Qualunque cosa si aspettasse Ciriaco Mattei quando commissionò al Caravaggio il dipinto con la raffigurazione del santo, di cui il figlio maggiore portava il nome, Giovanni Battista, sicuramente non aveva nulla da fare con quello che gli fu recapitato. Si trovò davanti il ragazzo del Caravaggio completamente nudo e molto sensuale ove l'eros superava l'opera precedente dell'Amor vincitore. Una luce patinata attraversa il corpo semidisteso in una posizione lasciva fino a giungere ad illuminare un vecchio ariete abbracciato dal ragazzo.

San Giovannino Battista 1602 - olio su tela, cm. 129x94 - Roma Musei Capitolini Pinacoteca.



""San giovanni Battista ignudo [...] non potria dimostrare più vera carne quanto fosse vivo, siccome Amoretto che si ritrova appresso al Principe Giustiniani, che fra i dipinti privati di Michelangelo da Caravaggio sarà forse il più degno"" [Scannelli, 1657, in Del'Acqua e Cinotti, 1971, doc. F121, p. 167]

Amor Vicitore, 1601-1602 (Gregori 1994), olio su tela, cm. 156x113, Berlino Gemaldegallerie

Amor Vicitore particolare da  Caravaggio di Roberto Longhi1968 Editori Riuniti tav. 23

Dopo diversi incarichi pubblici (Vocazione e Martirio di San Matteo, Conversione di Saulo, Crocefissione di San Pietro, Cena di Emmaus) il Caravaggio ottiene richieste della Mitologia, alla quale ha dedicato ben pochi impegni Amor Vincitore o Cupido è uno di questi.

Qui il Merisi dipinge la forza seduttiva dell'eros per rappresentare la bellezza. Ebbe un enorme successo per la forma direi scultorea che acquista l'immagine ove la tridimensionalità ne è l'elemento caratteristico.
Semplice, ridente e pulito questo ragazzo, oggetto di desiderio incantava tutti e finalmente si liberava dalle costrizioni dominate dalla cultura della Chiesa. E fu ben accettato dal committente: Vincenzo Giustiniani, un appassionato delle opere del Merisi, dal quale, tra l'altro, fu ben felice di acquistare, poi, il San Matteo e l'Angelo rifiutato dai preti, perché la figura di Paolo fu ritenuta eccessivamente rozza. 

Certamente il modello rappresentato dal Caravaggio, così ben appariscente in queste opere era ben conosciuto all'epoca. Costui era un certo 'Checco' ossia: Francesco Boneri detto infatti il Checco del Caravaggio. Lo vediamo in molteplici opere che il pittore compirà fino alla fine dei suoi giorni. Diremmo fino alla morte.

Davide con la testa di Golia, 1609-1610, olio su tela, 125 cm × 101 cm, Roma, Galleria Borghese
Quest'opera evocativa di momenti tragici del Caravaggio doveva essere la rappresentazione della sua espiazione per la grazia papale. Fu preparata per donarla al Papa, od anche il suo stesso avviso di uomo ricercato.
Il fascino di quest'opera deriva dalla grande tensione che si avverte osservando l'immagine dell'autoritratto del pittore. E ben si riconosce, oltre all'autoritratto, il volto di Cecco.
Forse un recondito pensiero di Michelangelo Merisi vagato nella sua mente stava divenendo realtà: quella di farsi togliere la vita dal suo amato. (Uliano)