Masaccio, soprannome del pittore Tommaso di ser Giovanni (San Giovanni Valdarno 1401 - Roma 1428).
(PRIMA PARTE)
La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre Firenze Chiesa di Santa Maria del Carmine Cappella Brancacci (1424)
Forse l'opera più nota del Masaccio, come, restaurata di recente, ci appare nell'immagine di destra. Un crudo realismo come non erano abituatati a vedere nella pittura sacra tant'è che nel restauro per riportare la raffigurazione allo stato originario hanno dovuto togliere i rami di fico che nascondevano parti del corpo di Adamo ed Eva. Ben si nota un'evidente ricerca di studio della prospettiva che veniva allora affrontato nella tecnica pittorica sia dal Brunelleschi, sia nella scultura dal Donatello.
Espressione di dolore nell'urlo di Eva e di vergogna nell'atteggiamento di Adamo in questa esasperazione dei loro stati d'animo notiamo un'altra novità espressiva del Masaccio che darà inizio alla pittura rinascimentale, anche nell'evidenza plastica dei corpi nudi direi scultorea nel rammentare Donatello.
I corpi ci appaiono in una forte evidenza statuaria e questa sarà una costante nelle opere dell'artista. (Uliano)
Così ne parlò il Vasari
« Fu persona astrattissima e molto a caso, come quello che, avendo fisso tutto l'animo e la volontà alle cose dell'arte sola, si curava poco di sé e manco d'altrui. E perché e' non volle pensar già mai in maniera alcuna alle cure o cose del mondo, e non che altro al vestire stesso, non costumando riscuotere i danari da' suoi debitori, se non quando era in bisogno estremo, per Tommaso che era il suo nome, fu da tutti detto Masaccio. Non già perché è fusse vizioso, essendo egli la bontà naturale, ma per la tanta straccurataggine. »
(continua)
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